Succede a tutti. Siamo affogati di lavoro, finalmente consegniamo e (per fortuna!) non arrivano altri incarichi. Possiamo finalmente tirare il fiato, che bello!
Passano due giorni, tre, una settimana, il lavoro continua a non arrivare, e il fiato ci troviamo a trattenerlo.
Può essere una questione stagionale, o di semplice (mancato) incrocio di flussi: l’importante è vedere questo tempo libero non come la fine del mondo, ma come un’opportunità da sfruttare: non abbiamo nulla da tradurre, ma questo non significa che siamo disoccupati!
Eccovi quindi 10 attività per quando il lavoro non c’è.
1. Non farsi prendere dal panico. Succede a tutti. NON significa che non lavorerete mai più. Fate un bel respiro e… passate al punto 2.
2. Aggiornare il CV (da quanto non lo fate?). Magari approfittatene per ripensarlo da zero, per crearne versioni diverse per tipologie di clienti diversi (pratica sempre consigliata), o per costruirvi un CV “alternativo” sfruttando strumenti come visualize.me. Per qualche consiglio su come creare il perfetto “CV del traduttore professionista”, andate qui
3. Aggiornare il profilo Linkedin (da quanto etc. etc.?). Sicuri di stare sfruttando al meglio questo strumento? Nel dubbio, eccovi i consigli di Luca Conti, che sull’argomento ha scritto anche un libro (dimenticavo: evitate cose come questa).
4. Dedicarsi anche agli altri profili social dell’attività, dalle basi (foto, bio, informazioni varie sono a posto?) fino ad arrivare anche a elementi più sofisticati, ad esempio un piano editoriale specifico. Sperimentate e siate creativi! L’unico costo è il vostro tempo, che in questo momento non scarseggia.
5. Il vostro sito Web come sta? Avete un dominio? I contatti sono aggiornati? Ma soprattutto: vi rispecchia? O è talmente vago (professionalità, qualità, competenza… bla bla bla) che potrebbe essere il sito di qualsiasi traduttore? Grafica, foto, font non sono importanti quanto parlare con la propria voce; e questo vale per qualsiasi comunicazione, online e offline. Il peggior peccato è essere generici.
6. E il computer? Potrebbe essere ora di formattare (almeno se usate Windows ;)), o comunque di fare manutenzione. So che molti considerano queste attività una (grandissima) scocciatura, ma il computer è il nostro principale strumento di lavoro. Se vogliamo evitare che ci abbandoni sul più bello (a proposito: a backup come siete messi?), è importante dedicargli un po’ di tempo e di cure. Lo stesso vale per TM e glossari.
7. Un po’ di tempo libero può essere l’occasione perfetta per studiare e (ri)mettersi al passo: aggiornare finalmente il nostro CAT preferito, prendere quella certificazione che ci mancava, o seguire un corso.
Io ho appena seguito il “Freelancer Course” di Seth Godin su Udemy, e vi assicuro che vale la pena: sia per chi muove i primi passi da freelance che per coloro che sono in attività da più tempo.
8. Fare marketing solo tra un lavoro e l’altro è il modo migliore per assicurarsi periodi di inattività sempre più lunghi; ma un momento di pausa può essere una buona occasione non solo per cercare nuovi clienti, ma anche per analizzare in modo più approfondito la situazione presente della nostra attività e fare piani per il futuro. Chi e quanti sono i nostri clienti (migliori)? Da quanto tempo non ritocchiamo le tariffe? Ha senso farlo ora, o tra sei mesi? Come siamo messi dal punto di vista del flusso di cassa, anche alla luce delle scadenze fiscali? Stiamo crescendo oppure siamo in fase di stallo? Macinare parole a testa bassa va benissimo; ma ogni tanto dobbiamo alzare lo sguardo e cercare di vedere anche il quadro più generale.
9. Partecipare agli eventi di settore, per tenerci aggiornati e per fare networking: si tratta di attività utilissime, anzi vitali, ma spesso è difficile programmare in anticipo di partecipare a eventi che richiedono spostamenti, costi, e nel migliore dei casi una giornata di tempo. Ma nulla ci vieta, nel momento in cui ci troviamo “scarichi”, di decidere all’ultimo o quasi, magari optando per un evento locale o comunque che non ci richieda spostamenti troppo lunghi (io, ad esempio, ho deciso proprio pochi giorni fa di partecipare al Roadshow SDL che si terrà a Milano il 28 maggio. Ovvio che a questo punto mi aspetto che un lavoro super-urgente plani nella mia casella di posta il 27 sera…).
10. Finora abbiamo parlato solo di lavoro, ma è chiaro non c’è solo quello, anzi: non deve esserci. Se non ci sono incarichi all’orizzonte, possiamo:
– regalarci una (mini) vacanza last minute e magari fuori stagione (sono le migliori)
– dedicarci finalmente alla casa, che troppo spesso proprio noi lavoratori “domestici” trascuriamo (magari, se proprio avete nostalgia del lavoro, potete riorganizzare l’ufficio!)
– fare esercizio fisico, altro ambito che noi traduttori, “statici” per definizione, purtroppo trascuriamo spesso. Un momento di pausa può essere ideale per provare qualcosa di nuovo e cercare di farlo diventare un’abitudine.
Ovvio che le attività possibili sono centinaia, dalla passeggiata nel parco con o senza auricolari all’abbonamento open nella palestra aperta 25h/24, con tutti i corsi che potete desiderare. Io, predicando quello che razzolo, per così dire, posso consigliarvi due discipline (uguali e) opposte:
il running: sport fai da te per eccellenza (ma facendo attenzione) e alla portata di tutti. Per partire veramente da zero, eccovi il meraviglioso C25K. Sudore, fiatone, endorfine e dopo 3 settimane scatta la dipendenza (garantito);
il Pilates: NON fai da te e NON alla portata di tutti. Serve un centro serio e un istruttore o istruttrice ancora più seria. Livello di fatica inversamente proporzionale al sudore (che è limitato, soprattutto se si lavora senza reformer). Niente fiatone, ma vi faranno male tutti i muscoli, compresi alcuni che non sapevate di avere
In entrambi i casi, se ve ne date il tempo, scoprirete di poter fare cose che credevate impensabili. E corpo e mente vi ringrazieranno, soprattutto quando il lavoro tornerà a girare
– o semplicemente possiamo… non fare nulla. Meditare, ad esempio. Ma anche leggere, sistemare il giardino, uscire a pranzo con un’amico/a, andare per negozi. Ce lo meritiamo, no?
Altri suggerimenti? Voi come gestite i periodi di non-lavoro? Se volete, fatemelo sapere nei commenti.