
È una domanda che ultimamente si fanno in molt*, attirat* dalle potenzialità, ma anche dal fascino, di una professione che (tanto per cominciare) si può svolgere da casa, e non ha barriere all’ingresso.
Cosa ci vuole per diventare traduttore o traduttrice (secondo me), ovvero per “entrare a far parte del favoloso mondo della traduzione”, come lessi una volta in una richiesta arrivatami via e-mail, magari un po’ confusa e sgangherata, ma che per me restò leggendaria.
- La notizia buona è che la maggioranza di questi elementi si acquisiscono
- La notizia cattiva è che non è proprio semplice
- La notizia ancora più cattiva è che ce n’è almeno uno senza il quale (sempre secondo me) non si va da nessuna parte – ed è esattamente quello per cui non c’è corso, o sforzo, che tenga.
E la tecnologia che c’entra (direte voi) con quel che ci vuole per diventare traduttore (o traduttrice)? Dovreste già conoscere la risposta: la tecnologia c’entra sempre! 🙂
Bonus:
“Hai perso la bussola?“: talenti nascosti e dove trovarli (disclaimer: il blog è di una cara amica)
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Buon ascolto!
Credits: “Perspectives” Kevin MacLeod (incompetech.com)
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